La Legge di Bilancio 2024 prevede delle novità legate alla tematica della pensione degli italiani. A partire dal taglio alle pensioni dei dipendenti pubblici di enti locali e sanità, che scatterà con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Il discorso è da intendersi per coloro i quali abbiano maturato quanto di cui sopra a partire dall’1 gennaio 2024.
Trova conferma la proroga di un anno della Quota 103, ma attenzione alle due decurtazioni dell’assegno. La pensione sarà, infatti, calcolata con il sistema contributivo e non più con quello retributivo sulle anzianità acquisite fino al 31 dicembre 1995 (31 dicembre 2011 in caso di 18 anni di contributi alla data di cui sopra). Inoltre l’assegno non potrà essere superiore alla cifra di 2.272 euro lordi mensili fino al compimento del 67esimo anno di età. Inoltre viene ampliata la finestra che va dalla maturazione dei requisiti di pensione alla percezione del primo rateo pensionistico: dagli attuali 6 mesi a 7 e 9 mesi. Va sottolineato, però, che chi ha maturato i requisiti di Quota 103 entro, e non oltre, l’ultimo giorno dell’anno 2023, godrà delle condizioni più favorevoli previste in precedenza.
Pensioni 2024
Discorso Opzione Donna, confermate le restrizioni attuali: solo invalide 74%, caregivers e disoccupate. Condizione imprescindibile, però, sono i 61 anni di età e 35 anni di contributi.
L’Ape Sociale è prorogata fino al 31 dicembre 2024. Vi si potrà accedere soltanto al raggiungimento dei 63 anni e 5 mesi di età. Cui è stata aggiunta una nuova regola, ovvero l’incumulabilità della prestazione con i redditi di lavoro dipendente o autonomo. Eccezion fatta, però, per il lavoro occasione fino a 5mila euro annui. L’assegno, infine, viene calcolato sempre con il sistema misto ma per un importo massimo di 1.500 euro lordi mensili. Senza tredicesima nè adeguamenti dovuti all’inflazione fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia a 67 anni.
Il caso più spinoso è, però, legato alle riduzioni delle aliquote di rendimento. Per il personale infermieristico la sopracitata riduzione viene temperata in misura pari ad un trentesimo per ogni mese di posticipo dell’accesso al pensionamento. Tale riduzione, quindi, potrà essere azzerata ritardando di 3 anni l’accesso alla pensione anticipata.