La sanità pubblica italiana sta attraversando una crisi senza precedenti, colpa della miopia delle alte cariche dirigenziali, più attente al proprio portafoglio che alla salute di 60 milioni di italiani. Un sistema obsoleto, lento, carente sotto ogni punto di vista. Motivo per cui abbiamo alzato l’attenzione mediatica sul tema, nella speranza che chi di dovere ci dia una risposta in merito al malfunzionamento della sanità pubblica, cui, per dovere di cronaca, fa da contraltare un’espansione decisamente di rilievo della sanità privata sul territorio nazionale.
Di fatto, la tutela della salute da diritto costituzionale per tutti, si sta via via trasformando in privilegio per pochi, sulla falsariga del modello americano. Le persone svantaggiate economicamente devono far fronte ad infinite liste di attesa, migrazione sanitaria, riduzione delle aspettative di vita e, nella peggiore delle ipotesi, rinuncia alle cure. Un quadro drammatico di una nazione incapace di risolvere questa annosa questione, bloccata nel suo immobilismo ed incapace di approntare una strategia che porti benefici alla salute dei cittadini. Stando alle statistiche, ben 15 Paesi europei investono di più nella sanità rispetto al Belpaese.
Bisognerà, dunque, trovare delle soluzioni quanto prima. Cominciando dall’allineamento del finanziamento pubblico agli standard europei, consentendo un equo accesso alle innovazioni e vincolando le risorse al rilancio del personale sanitario.