Prendersi cura della propria salute, in Italia, ormai è un lusso per pochi. La situazione nel nostro Paese è polarizzata su due estremi: la parte meno abbiente, ovvero il 42% degli italiani, non riuscendo ad accedere in tempi brevi alle prestazioni assistenziali pubbliche, non può permettersi di pagare le cure private.
Aiop, Associazione Italiana Ospedalità Privata, e Censis hanno redatto il 21esimo “Rapporto Ospedali e Salute”, dal quale emerge una situazione davvero allarmante. Passiamo in rassegna le statistiche più significative in merito.
Su 2mila cittadini, il 47,7%di essi ha una percezione positiva del Servizio sanitario della propria regione di residenza. Il 28,1% esprime, invece, un giudizio di sufficienza mentre per il 22,4% degli intervistati è insufficiente. Tradotto, più di 1 cittadino su 5 esprime un giudizio negativo. Più scontenti i cittadini del Mezzogiorno rispetto a quelli che abitano nel Nord-Est.
Prendendo in considerazione, esclusivamente, gli ultimi 12 mesi, emerge un altro dato non di poco conto: il 16,3% si è recato in un altra Regione per ricevere le cure del caso. La motivazione? Le lunghe liste d’attesa.
Nell’anno 2023 il 42% dei pazienti con redditi inferiori ai 15mila euro è stato costretto a rinunciare oppure a procrastinare le cure a causa delle lunghe liste d’attesa e degli eccessivi costi della sanità privata.
Non è accettabile che, nel 2024, la salute dei cittadini italiani dipenda dalle loro disponibilità economiche.