Il tema pensioni è, ora come ora, quanto mai sentito nel nostro Paese. La situazione, però, non appare delle migliori. Ma cerchiamo di capire perchè il sistema è, praticamente, al collasso.
Il discorso interessa, in primis, i giovani che si sono affacciati recentemente nel mondo del lavoro. Basti pensare che un 25enne, con 12 mesi di lavoro, stando alle leggi attuali, andrà in pensione anticipata a 70 anni. A riposo per vecchiaia, invece, alla veneranda età di 70 anni e 6 mesi.
Ma da dove nasce questa problematica relativa al sistema pensionistico? Quest’ultimo è a ripartizione, ovvero chi lavora attualmente paga la pensione degli ormai ex lavoratori. Ma questo sistema potrebbe essere non più sostenibile. Capiamo perchè.
Le aspettative di vita si sono prolungate, quindi, di fatto, il numero di pensionati è in aumento. Mentre decresce il numero di occupati: complici un basso tasso di natalità e la migrazione all’estero dei giovani. Il rapporto lavoratori-pensionati è pari a 1,42. E, secondo le stime, nel 2050 scenderà addirittura a 1. Ovvero per ogni lavoratore che “paga” la pensione, ci sarà un pensionato.
Quali soluzioni attuare per invertire questo trend relativo alle pensioni? Bisogna intervenire con urgenza, attuando politiche di sostegno economico ed incentivare i flussi migratori per combattere la crisi demografica. Senza dimenticare la silver economy, focalizzata sulle esigenze e sui consumi degli anziani, per contribuire alla crescita economica del Paese.