Basta morti sul lavoro! Ormai è tempo di istituire il reato di omicidio sul lavoro: è ora che la politica si muova in tal senso, visto che in Italia si parla di 15mila morti in 14 anni e circa 10 milioni di infortuni, con una media di circa 700mila ogni anno.
Il tema non è nuovo e, per la verità, nel codice penale, all’articolo 589 (omicidio colposo) è già previsto che “se il fatto è commesso con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è della reclusione da due a sette anni”. Ma questo non basta, non sembra un vero deterrente: sarebbe necessario istituire di un reato specifico, anche se la prevenzione rimane l’arma più potente.
Bisogna prevedere una pena uguale a quella dell’articolo 589 (da due a sette anni), con la possibilità di passare a una più alta (da cinque a dieci anni) se la morte avviene “nell’esecuzione di un rapporto di lavoro irregolare sul piano contrattuale o contributivo”, applicando in caso di più vittime l’aumento fino al triplo della pena, fino ad un massimo di 18 anni.
Ma per sconfiggere questa piaga sociale si potrebbe istituire una procura nazionale, stile antimafia, dedicata alla sicurezza e all’ambiente. Rafforzando l’Ispettorato nazionale del lavoro ed aumentando le sanzioni per le aziende: una procura nazionale sul modello di Francia e Germania.
Da non dimenticare che, dal punto di vista giudiziario, il problema maggiore per i morti e gli infortuni sul lavoro è quello dei tempi. La prescrizione del reato (nel caso della morte) è, infatti, fissata a quindici anni, ma accade spesso che in questo lasso di tempo non si riesca ad arrivare a una sentenza definitiva.
Bisognerebbe punire le aziende che risparmiano sulla sicurezza: da multe salatissime fino alla chiusura totale. C’è bisogno di sensibilizzare la persone e, soprattutto, le aziende alla cultura della sicurezza e della prevenzione sui luoghi di lavoro. Questo non è solo un obbligo della politica, ma anche delle organizzazioni sindacali che hanno a cuore la vita di lavoratori e lavoratrici del nostro Paese
Penso che, in una società incentrata sul profitto, sia importante ricordare che la salute e la sicurezza delle persone dovrebbero essere sempre al primo posto.